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Compito degli inquisitori era rintracciare la presenza di eretici nelle comunità e condannarli in base alle pene previste dal diritto inquisitoriale, che potevano comprendere forme di penitenza di vario genere e giungere fino all'abiura e, in casi estremi, alla condanna a morte. Tuttavia, l'Inquisizione non si concentrava solo sulla repressione delle eresie che contraddicevano uno o più aspetti della dottrina cattolica, ma volgeva il suo sguardo verso un'ampia gamma di reati, tra i quali figura anche - e in maniera tutt'altro che secondaria - la pratica delle arti magiche che si riteneva fossero ispirate dal demonio. Il volume si propone di indagare il modo in cui si evolsero, durante il Tardo Medioevo, la trattatistica inquisitoriale e i documenti pontifici sul tema della magia e del suo rapporto con l'eresia, per il quale si dispone di una messa a fuoco ancora parziale, ma che risulta essere essenziale se si vogliono comprendere la costruzione del crimine di stregoneria e gli sviluppi della caccia alle streghe.